Views: 29
Ricercatore / Tecnologo ‖ Istituto Nazionale di Valutazione – INVALSI ‖ |
I sognatori del ’500: Viaggiatori, cartografi, astronomi
Istituto della Enciclopedia Italiana “G. Treccani”,
Dizionario Biografico degli Italiani (ad vocem), Amazon, 2024
📌Sintesi del progetto Impressioni generali Il libro è un compedio piuttosto breve, che racchiude in sé rapide biografie capaci di trasmettere al lettore informazioni di grande importanza sui personaggi presi in esame, anche grazie a uno stile congruo ai dizionari (infatti, queste biografie erano destinate alla pubblicazione su Treccani). Ogni biografia, infatti, ha un’intestazione che comprende prima il cognome, poi il nome del personaggio trattato, separati da una virgola e ordinati in ordine alfabetico. Come sottotitolo, la specializzazione professionale per cui vengono ricordati, in modo da mettere subito in chiaro ciò che si andrà a leggere. Poi, con uno stile saggistico, viene raccontata la vita di ogni “sognatore”, dalla nascita alla morte, con l’arricchimento di dati e fonti primarie, di cui si ha la bibliografia alla fine di ogni capitolo. Molte sono le citazioni di documenti, di lettere e di trattati dell’epoca, che vanno a impreziosire la semplice sequenza dei fatti esistenziali del personaggio in esame. Ciò denota un grande lavoro di ricerca archivistica e bibliografica da parte dell’autore, che con cura e attenzione ha saputo riportare in modo puntuale i dettagli di queste vite, seppur in uno spazio molto breve. La sintesi, infatti, è un elemento da ammirare all’interno di questo volumetto: non ci sono abbellimenti né enfatizzazioni, ma è chiaro l’intento di riportare in maniera neutrale e dettagliata ciò che è veramente importante per rendere il ricordo di tali personalità concreto e fruibile. Come da caratteristica delle opere di Giovanni Corsi, anche questa raccolta è impreziosita da numerose immagini a colori e, in questo caso più che negli altri, avvalora la ricerca e la lettura, ne dà supporto visivo per comprenderne al meglio il contenuto. Per quanto riguarda la prefazione di Elisabetta Romanelli, questa è una corposa sintesi del progetto biografico con l’aggiunta di alcune riflessioni della scrittrice, utile per destreggiarsi al meglio nella lettura. Interessante è, invece, l’Appendice finale, che comprende, oltre al profilo di un altro personaggio, due lettere che il viaggiatore fiorentino Andrea Corsali ha inviato dall’India a Giuliano de’ Medici: in questo modo, l’autore dona al lettore fonti di prima mano, facendo parlare direttamente il personaggio con le sue parole, con il suo linguaggio inusitato e antico, concedendogli di esprimere le sue avventure attraverso le sue emozioni e le sue riflessioni. Unico neo in questa analisi biografica è l’alternarsi caotico di alcuni elementi: di Eufrosino Della Volpaia si parla a partire da pagina 43, per poi trattare un altro personaggio subito dopo. Alla fine della biografia di Egnazio Danti, però, si torna a parlare di Della Volpaia tramite due approfondimenti legati proprio a lui, per poi proseguire con un ulteriore approfondimento dedicato a un altro personaggio ancora, ovvero Nicola Decalzi, che viene “relegato” insieme a ulteriori approfondimenti su Andrea Corsali nell’Appendice. Proporrei di sistemare l’ordine dei vari capitoli, destinando alla sezione finale di Appendice gli approfondimenti e dedicando il corpo del libro unicamente ai personaggi analizzati. |
![]() “I Sognatori del ‘500” di Giovanni Corsi è un’opera affascinante che ci trasporta nella prima metà del ‘500, un periodo ricco di scoperte e innovazioni in Europa. Questo libro, ambientato in un’epoca di grande fermento culturale e religioso, presenta una serie di personaggi storici che incarnano la curiosità e l’intraprendenza di un mondo in rapida trasformazione. Un Mosaico di Personaggi Storici Dettagli Storici e Narrazione Coinvolgente |
|
![]() |
L’impatto col titolo di questo libro scritto da Giovanni Corsi ha prodotto subito una riflessione sulla definizione di “sognatori”. Oggi chi sono i “sognatori”? Ma, soprattutto, ce ne sono ancora di “sognatori”? L’impressione è che, in effetti, in circolazione ci siano più sogni che desideri. Una differenza sottile, a mio avviso, tra l’ardore di volere qualcosa che già esiste, conquistare qualcosa di materiale – in una possibile accezione di desiderio – e ambire a realizzare, ancor più essere protagonista di una circostanza del tutto inedita. Diventa così, inevitabilmente, un discorso di potenziale, di coraggio e di scelta, un aspetto che l’iper-realismo che taluni spaccati dell’esistenza contemporanea sembrano ridimensionare, senza allontanare a sufficienza l’orizzonte tra il desiderio e il sogno. E’ da qui che la Storia arriva in soccorso e questa lettura si fa interessante come eventuale ispirazione, rispetto a chi nel Cinquecento – in queste pagine l’esempio è quello di viaggiatori, cartografi e astronomi – hanno certamente rincorso il sogno, consentendo di spostare l’asticella della conoscenza un po’ più distante dal punto di partenza. “I sognatori del ‘500” è l’insieme di storie in cui emerge la curiosità e l’intraprendenza di alcuni personaggi, in una dimensione quasi onirica che lascia all’autore immaginare le loro avventure. In linea con l’impegno professionale che, negli anni ’80, convogliava l’energia dell’autore – che lavorava all’Enciclopedia Italiana “G. Treccani” e si occupava della redazione, delle voci relative ai cartografi e ai viaggiatori del ‘500 da pubblicare nel Dizionario Biografico degli Italiani – in questo libro propone alcune delle storie ritenute tra le più interessanti ed anche, per certi versi, originali se non simpatiche. Si possono leggere così pagine dedicate ad Andrea Corsali (legato a importanti viaggi in India che racconta in alcune lettere scritte a Giuliano de’ Medici); Giovanni Antonio Cortona (autore della carta geografica più antica del Friuli); Tommaso Daineri (alla scoperta dell’Ungheria); Eufrosino Della Volpaia (autore della più antica carta dell’era moderna “Mappa della campagna romana); Danti Egnazio (la cui opera più importante è la “Delineazione cartografica della Geografia d’Italia” conservata nei musei Vaticani nella Galleria delle Carte Geografiche). Infine una biografia è dedicata anche ad un “outsider temporale”. Si tratta di Nicola Descalzi che pur essendo dell’Ottocento è stato inserito da Corsi per via della sua importanza legata alla scoperta di una nuova via commerciale con la Bolivia. D’altra parte c’è un filo comune che lega tutti questi personaggi, ben oltre l’appartenenza temporale, ed è tutto nella parola evidenziata già in apertura: sono “sognatori” non solo perché impegnati in scoperte di carattere geografico, ma proprio nella propensione umana verso l’ignoto e la possibilità di sapere di più e migliorare le proprie condizioni. Una propensione che emerge dalle pagine di questo libro e che presta l’occasione a riflettere su quanto questa persista al giorno d’oggi. E’ per tanto che l’ideale è proprio chiudere con la citazione di Voltaire, che lo stesso testo propone: “E’ ben difficile, in geografia come in morale, capire il mondo senza uscire di casa propria”. Antonia De Francesco per # MIfacciodiCultura Tags #Andrea Corsali #Antonia de Francesco #Danti Egnazio #Dizionario Biografico degli Italiani #Eufrosino Della Volpaia #Giovanni Antonio Cortona #Giovanni Corsi #I sognatori del ‘500 #Nicola Descalzi #Tommaso Daineri #Voltaire |
Gloria Bova – Saggista e scrittrice | Psico-BiorisonanzaTerapia ScInte® | Medicina Integrata | Job&Life Supporter | Fondatrice e responsabile scientifica dei Centri EUKOS® di Milano e Lugano | Ricercatrice indipendente | Artista
I viaggiatori del ‘500 di Giovanni Corsi è un libro che appare piccino. Solo tredici centimetri per diciannove. Sottile. Ma entrare nelle sue pagine è come superare la dimensione del tempo. E il piccolo diviene immenso. Capitolo per capitolo, pagina per pagina, la voce dei protagonisti prende forma e vita. E il viaggiatore, diventa il lettore. É questa la magia delle parole scritte, quando sono scritte bene. 123 pagine di racconti, date, nomi, luoghi … e ti ritrovi a viaggiare lungo rotte di oceani insidiosi e di terre che non sono più le stesse. Ma la voce dell’oceano in tempesta resta immutata, senza tempo. Le mani dell’uomo possono cambiare soltanto i nomi dei luoghi e i confini sulla terra, ma non possono cambiare la Terra. I suoi mutamenti sono nelle mani di Madre Natura. L’uomo può dare vita a usanze e traffici snaturanti che spostano risorse e persone sulla terra. E anche animali, piante e rocce, se ovviamente ritenute preziose. Di questo trafficare umano, il libro di Corsi ci offre una testimonianza diretta, attraverso le lettere del viaggiatore Andrea Corsali. Un astronomo e cosmografo che esplorò le lontane terre delle Indie: «El quale assai tempo ha consumato utilmente a ricercare questi mari e terre et insule di qua, e datone di tutto perfettamente buon conto»” (p. 21). La prima lettera di Corsali risale al 1515 e fu indirizzata a Giuliano de’ Medici. La seconda, del 1517, fu consegnata a Lorenzo de’ Medici Duca d’Urbino, poiché nel frattempo Giuliano era deceduto. E anche per queste lettere … per il loro viaggio … da quelle terre lontane fino alla maestosa Firenze rinascimentale, deve essere stata un’avventura che meriterebbe da sola un altro libro. Non bisogna farsi confondere dal pregio della scrittura di Corsi e dalla specificità storica dei temi affrontati. Perché solo apparentemente I viaggiatori del ‘500 può essere considerato un libro di nicchia. In realtà, è una lettura in grado di appassionare chiunque sappia leggere regalando l’immaginazione alla percezione sensoriale. Ma anche la curiosità dei più razionali è appagata, se si indagano mappe e date nell’accompagnare la lettura. E così, immergendoci nelle pagine de I viaggiatori del ‘500, potremo ”sentire” i profumi di spezie esotiche, la lucentezza delle gemme preziose, la finezza dei tessuti e l’infinità dei colori citati. Saremo informati sulle manovre veliche della navigazione del tempo. Ritroveremo la forza del mare e del vento. E ancora, potremo lasciarci avvolgere dai dettagliati racconti di chi, a quelle avventure, è sopravvissuto, fino a riflettere sulle cose più disparate. Come per esempio la necessità dell’acqua per la sopravvivenza. Una necessità non solo per i naviganti del ‘500, costretti a peregrinare in balia dei venti alla ricerca di una terra da cui sgorgasse acqua, mentre a bordo lentamente la disidratazione uccideva uomini e bestie, ma anche per quelle città prive di una fonte propria che, per quanto ricche, i viaggiatori trovavano abbandonate e morte. La necessità dell’acqua potabile per la sopravvivenza di tutti gli esseri viventi è una verità banale alla quale, vivendo in città dove l’acqua potabile è a portata di rubinetto, non pensiamo affatto. La presenza dell’acqua potabile la diamo per scontata. In realtà, basterebbero soltanto tre giorni, senza acqua corrente e acqua imbottigliata, per svuotare una città. Anche una megalopoli. Tornando al viaggio nel tempo con la compagnia e la guida del libro di Giovanni Corsi, possiamo rispolverare ricordi di studi passati e, finalmente, dare un corpo ai movimenti umani pilotati da regni che si facevano guerre estreme, a quel qualcosa che accompagna l’Umanità da sempre: la follia guerrafondaia dell’uomo per la conquista dell’egemonia su terre altrui e popoli stranieri. La storia è fatta di regnanti che scalzano altri regnanti, per accaparrarsi le risorse di quelle terre, privando i vinti della libertà e anche dell’identità: ricchezze da accumulare, merci da vendere, comprese le persone. Un comportamento umano che pare non essere stato oggetto di alcun mutamento. Case date alle fiamme, popoli trucidati, persone umiliate e fatte a pezzi, prigionieri, schiavi, donne rapite e violentate. Un copione in scena allora, prima di allora, e ancora oggi. Immutato. Questo è l’aspetto più crudo del libro, cui si aggiungono, però, informazioni preziose per chi desideri andare oltre una lettura meccanica, soffermandosi a ”sentire”, a riflettere, e a connettere il linguaggio del passato con quello del presente, ricordando che le parole sono costrutti mentali in grado di segnalare i mutamenti dell’animo umano. Per questo, i mutamenti di usi e costumi non dovrebbero mai passare inosservati, ma essere approfonditamente studiati, per capire in quale direzione sta andando l’uomo. Eccone un esempio. I potenti governanti usurpatori «costumavano accecare il re naturale detronizzato con un ferro affocato, che per la sua calidità e vampo faceva scoppiar la luce.» (sintesi pp.132-133), magari estendendo l’azione anche a ogni possibile futuro pretendente, quindi fratelli e figli, perché essere ciechi impediva loro di ambire a riprendersi il regno usurpato. Ma accecare, cioè rendere cieco, è un modo moderno di dire, infatti esprime la materialità organicista del pensiero meccanicista che ha separato la poesia dalla vita, lo spirito dalla materia. Dalle pagine di questo prezioso libro scopriamo una ricchezza psichica che è andata persa: in quelle terre gli accecati erano definiti «privati della luce». Che meraviglia. Accecare il nemico significava privarlo della luce. Spezzargli la schiena. Privarlo della «fermezza». Perché la luce è fonte della vitalità. La luce è energia. Ecco perché i pretendenti al regno, privati della luce non potevano più regnare, e chi aveva ordinato il buio non si comprometteva con un assassinio. Oggi la mancanza della vista non sarebbe un limite, anche se non mi sovviene nessun esempio. Nel libro troviamo testimonianza anche della politica imperialista portoghese di supremazia assoluta e spietata, con i loro dazi e guerre; dei reciproci movimenti di invasione tra islamici e cristiani; di come i viaggiatori si lasciassero guidare abilmente dalle stelle e di Andrea Corsali, che ebbe il merito di individuare l’errore compiuto da Tolomeo nel calcolare la distanza tra Africa e India; quanto fosse prezioso per i naviganti l’uso dell’astrolabio, che voglio ricordare fu invenzione di Ipazia d’Alessandria, donna splendida e martire. Leggendo I viaggiatori del ‘500 scopriremo anche le magnifiche carte topografiche disegnate a mano di terre, regioni e città; riportanti con precisione certosina le strade e i palazzi dell’epoca, e anche gli animali e le piante presenti, dando testimonianza di specie che non avendo resistito agli impatti delle attività dell’uomo e del tempo, oggi non abitano più questo Pianeta. Potremo leggere del rapporto che avevano quei popoli con il cibo, trovando conferma della presenza di gruppi vegetariani più avvezzi al commercio che alla spada, come nella terra di Cambaia: «È abitata da gentili chiamati Guzzaratti, che sono abilissimi mercanti. Vestono parte di essi all’apostolica e parte all’uso di Turchia. Non si cibano di cosa alcuna che tenga sangue, né fra essi loro consentano che si noccia ad alcuna cosa animata, come il nostro Leonardo da Vinci: vivono di risi, latte e altri cibi inanimati. Per esser di questa natura, essi sono stati soggiogati da’ Mori, e di questi signoreggia un re maumettano, che tiene una pietra che, mettendola in acqua o in bocca, subito rimedia ad ogni veneno» (p.94). Il riferimento a Leonardo poi, apre lo sguardo a connessioni le più disparate e sublimi sulla sua arte e ingegno. Per altri sarà anche una scoperta cimentarsi con la lingua italiana del Rinascimento e scoprire le proprie abilità di lettura e comprensione. Insomma, una lettura che è davvero un viaggio e che apre a tante riflessioni. Ogni lettore sarà colpito da un tema o da un altro, a seconda della propria sensibilità e del proprio campo di conoscenza o di indagine. Ringraziamo Giovanni Corsi che ci ha fatto dono di questo libro strappando dall’oblio una conoscenza che non andrebbe mai sepolta dal tempo, ma dovrebbe essere aiutata a passare di generazione in generazione, da regno a regno. Buona lettura a tutti voi! Gloria Bova |
Recensioni su Linkedin
![]() |
Una lettura che non può mancare ai viaggiatori, agli amanti della storia ai curiosi del passato.
Giovanni Corsi ci regala la possibilità di conoscere un mondo fantastico. Ci racconta di viaggiatori e viaggi di tempi lontani e ce li mostra come in un film con la loro intraprendenza, curiosità e lo stupore di nuove scoperte.