🖂 Lettere a Stralci

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🛧 Gentile redazione,

mi chiamo Anna e nei prossimi giorni farò un giretto sul Blog Stralci e parteciperò senz’altro alle discussioni su argomenti di mio interesse.
Al momento sono piuttosto preoccupata e focalizzata sulla situazione ucraina. Dovrei aggiungere anche che trovo scandaloso il metodo con cui vengono date le notizie ai cittadini, e che purtroppo questo sistema di veto incrociato e di censura, vige attualmente anche in Spagna, dove vivo da alcuni anni.
E trovo davvero sconcertante che persino le testate televisive che fino a tre mesi fa reputavo fra le più autorevoli (Antena3, o La Sexta del circuito ATRESMEDIA), si prestino a fornire informazioni parziali e poco obiettive della situazione globale.
Sono convinta che occorra la partecipazione di tutti per demolire questa coltre asfissiante di propaganda a senso unico.
Perché reputo fondamentale e imprescindibile combattere il “lavaggio del cervello” di matrice statunitense a favore della NATO e di Biden. I cittadini hanno necessità di capire chi sono i veri nemici della pace in questo momento, in modo da non farsi cogliere impreparati.
Siamo nel terzo millennio, e non è più ammissibile che con tutta la tecnologia informatica di cui disponiamo e con internet, ci sia ancora così tanta gente palesemente disinformata sui pericoli di affidarsi alle organizzazioni sbagliate.
Leggendo gli articoli e commentando mi trovo spesso alle prese con persone che hanno lacune abissali in materia. Che evidentemente non hanno studiato la storia del secolo scorso, e non hanno nemmeno conoscenza delle info di base su organizzazioni quali: la NATO, UE, ONU, e via discorrendo!
Ma mi rendo conto che sia un discorso troppo complesso per affrontarlo via email!
Avremo modo spero di fare qualche scambio di idee nei prossimi giorni.
Buona giornata e grazie mille per la calorosa accoglienza.

20.04.2022 – milanesesempremoltoa – Dalla Spagna

 

🛧 Buon giorno,

guardato un po’ “Stralci” e messo giù alcune note mie che, prendendo lo spunto da quello che vedo, vanno per la verità in una direzione un po’ diversa. Ma dirsi le cose in modo chiaro, confrontando i reciproci punti di vista, credo sia una condizione importante per vedere se possiamo poi convergere verso un lavoro comune. Diciamo che per ora mi vengono queste osservazioni, che riprendono mie riflessioni ed esigenze con cui sto cercando di fare i conti di questi tempi.

1. Contrastare le fake news è molto importante, ma la mia idea è che la nostra azione sarebbe più efficace se il punto di vista fosse in un certo senso ribaltato. Cioè, a differenza che in passato, oggi ci sono le possibilità tecniche per fare informazione orizzontale, dal basso, in diretta concorrenza – se si trova il modo di organizzarla – con quella dei grandi media. Smontare l’informazione tendenziosa va insieme con l’educazione dei cittadini all’informazione attiva, trovando e inventando nuovi canali gestiti direttamente da loro, non nel caos individualistico dei social network commerciali, ma su piattaforme libere e condivise che funzionino, e restituiscano al mondo la democrazia possibile della Rete.
Credo che questo ancora non si faccia come si potrebbe, banalmente perché il grosso pubblico nemmeno lontanamente immagina che si possa fare. Parlavo l’altro giorno in un presidio ambientalista delle Open Maps e dello street view fatto “in casa” con Mapillary, come alternativa possibile a Google. Informare la gente di queste cose è forse più importante che denunciare le fake news, perché intanto si migliora la qualità della vita delle persone, che si sentono meno condannate a una passività ineluttabile e poi, con l’abitudine che si acquisisce al confronto e alla verifica, si innesca un meccanismo per cui molte delle notizie false si smontano da sole. Analogamente a quello che un po’ già succede con Wikipedia.

2. Per una rete comunque da costruire, forse non è il caso anticipare conclusioni che, in definitiva, esprimono punti di vista personali, da verificare. Non so se si possa affermare che, per esempio, il “sistema padano” faccia più danni delle mafie del Sud, e anzi non sarebbe difficile dimostrare come in tante situazioni i due sistemi si integrino e sostengano a vicenda. Da cento anni si parla di questione meridionale e se il “divario” economico tra il Nord e il Sud non accenna a colmarsi, probabilmente è anche perché a certi poteri del Sud la cosa sta bene. Ma questo discorso comporta una discussione, raccolta di dati, studio, approfondimento, che possono procedere paralleli, ma non necessariamente legarsi a un progetto che ha al centro la correttezza e trasparenza dell’informazione.

3. Provo a cliccare sulle varie voci e sotto voci di “Stralci”. Nella consueta cornice WordPress per cui ormai quasi tutti i siti web si assomigliano in un modo che personalmente trovo un po’ inquietante, vedo stralci di notizie che si possono commentare ma che – come succede in tanti altri siti, e pure questo è abbastanza inquietante – di solito nessuno commenta. Penso: ma li leggono?
Serve poi pubblicare queste cose? E cerco di immaginare se esistono modi diversi, possibili, di pubblicare in modo diverso, indurre e suggerire incroci e confronti di dati, uscire da queste tipologie di lettura e scrittura che, di fatto, sono meno gradite e frequentate dei social network, e servirebbe capire perché, e fare qualcosa per renderle più appetibili.
Poi, vedo nel menu il titolo “Padania”. Non capisco. La Padania è come i “nativi digitali” e Babbo Natale: se ne è parlato e se ne parla ancora tanto, ma non esistono!

Cordialmente.

05.11.2021 – Paolo Beneventi, Brescia

 

🛧 Gentile redazione,

Mi piace moltissimo questo programma!
Non faccio altro che combattere la falsa informazione per il semplice amore per la verità.

10.01.2022 – Maria Pia Casagrande

 

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