I disapprove

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I disapprove of what you say,
but I will defend to the death your right to say it

Partendo dall’etimologia di normale che viene da norma: squadra per misurare gli angoli in geometria, significato figurativo regola. Significato allargato poi a modello, ordine, costume, in medicina sano.
Quindi Vannacci parte da una definizione geometrica ed esatta che viene poi applicata sul genere umano in ambito sociale ed anche filosofico come costrutto che ingloba comportamenti, idee e caratteristiche che risultano adeguate in una società. Partendo dal concetto che la misurazione di un angolo è assoluta, direi che le altre definizioni di norma sono relative.
Sul fenomeno Vannacci, non importa se se ne parli bene o male, basta che se ne parli, e l’obiettivo è stato raggiunto. È’ un minestrone ben confezionato, leggendo l’indice in sequenza un occhio attento ne capisce la logica. Utilizza tematiche come il Pensiero Unico in cui include le tematiche attuali della sinistra buonista e ipocrita (inclusione, tolleranza, accoglienza, multietnia, ecologia, clima) a quelle della destra (famiglia, sicurezza, patria, differenze di genere, le tasse) attraendo polemiche a destra e sinistra in quanto spesso si contraddice, dando un colpo alla botte ed una al cerchio. Per esempio il dissenso, che prima invoca come libertà di pensiero, viene poi condannato se si manifesta pacificamente con l’intento di svegliare le coscienze sul clima o sulla mancanza di abitazioni che sfociano in occupazioni degli edifici sfitti, perché provocano disagi ai cittadini, ma un dissenso una manifestazione non violenta deve provocare dei disagi, come uno sciopero, altrimenti non ha senso!
Oppure frasi che per quanto mi riguarda costituiscono un ossimoro “È il genere umano che deve trovare il modo per continuare a vivere in simbiosi con l’ambiente che lo circonda sfruttando al massimo tutte le risorse a disposizione per continuare, nel tempo, ad accrescere continuativamente il proprio benessere.”
Le sue soluzioni propongono un idea di ordine, di normalità  e di stato militare che tuteli la nostra sicurezza, ed il nostro benessere attuale, a prescindere dal concetto che il pianeta è un entità “finita” per definizione, e le sue risorse non possono essere infinite .
Manca a mio avviso una collocazione dei mutamenti in atto nel contesto storico, politico, sociale ed economico da cui non si può prescindere, ogni cambiamento sociale, generazionale ha delle radici che necessitano una rigorosa analisi delle trasformazioni in atto. Un senso di estraneità e di disagio ci pervade quando il marginale prevale sul consueto e ci accomuna nella lettura del suo libro, capisco il malessere di Vannacci  nel vedere trasformata la “normalità “privilegiando  gli esclusi minoritari,  baluardo di una tendenza che ha avuto il sopravvento, che dire? è in testa alle vendite…buon per lui !

26.08.2023 ©️Elisabetta Romanelli

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