🐺 Lupus et agnus

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CON NICOLINI ERA COSÌ
Racconti demenziali, ma non troppo

Nei primi anni settanta del secolo scorso il clima politico nel nostro Paese era incandescente. Al Comune di Roma spadroneggiava l’eccentrico assessore di sinistra Renato Nicolini, inventore dell’Estate romana e delle manifestazioni “effimere” come la “Ricerca del ballo perduto” a Villa Ada o la “Affabulazione dalle fogne”. Al Governo Giulio Andreotti, “Divo” per gli estimatori e “Belzebù” per i detrattori, con i monocolore DC dettava le linee della politica nazionale. Petizioni, tavole rotonde, manifestazioni di piazza, anche sugli argomenti più banali, iniziative a volte demenziali, erano all’ordine del giorno …

 

A ROMA ACCADDE CHE GLI ASINI SFIDARONO I CAVALLI 

 Un giorno a Roma tutti gli asini della città, stufi dell’anonimato, si riunirono in assemblea1 e all’unanimità sfidarono i cavalli in una gara di galoppo. Quando la stampa riportò la notizia ai più sembrò un fatto incredibile e nessuno se ne occupò seriamente, anzi molti ci risero sopra. Neanche i cavalli, tratti in causa, se la presero e convennero che qualche asino forse poteva essere più veloce di loro, ma era l’eccezione che confermava la regola.

Gli asini, invece, non scherzavano, si coalizzarono e siccome è risaputo che l’unione fa la forza (anche nel mondo degli asini) il proposito fu manifestato alle autorità che, per nulla contrariate, presero atto della richiesta riservandosi di decidere in merito. E così la sfida da goliardica divenne ufficiale.

L’Assessore alla cultura Nik-Nik, aperto a tutte le novità, fu entusiasta della sfida e siccome tutto fa cultura fece sua l’iniziativa convocando nel suo ufficio i rappresentanti degli equini per organizzare al meglio la manifestazione. Nik stabilì che la gara doveva essere organizzata con la massima cura per essere degna di una capitale così importante. Poiché Nik-Nik rischiava il suo prestigio gli sembrò che il luogo più adatto alla disfida fosse il Circo Massimo2 che rievocava mitiche gare fra animali già svoltesi nell’antichità.

In breve tempo la notizia fece il giro del mondo e da ogni parte giunsero folle di turisti e di curiosi, ansiosi di assistere all’insolito spettacolo. Mentre il fatidico giorno si avvicinava la cittadinanza che dapprima aveva pensato ad una delle solite tro­vate dell’eccentrico Assessore iniziò a preoccuparsi. Fra le persone si accesero lunghe e interminabili discussioni e siccome ognuno la pensava a modo suo furono fondati nuovi partiti che, prontamente, ebbero il pubblico finanziamento previsto dalla legge. Quelli che di più riscuotevano il consenso popolare erano i seguenti:

– il partito degli asini col motto Vinceremo!
– il partito dei cavalli col motto Pussa via!
– il partito di quelli che volevano che la disfida si tenesse all’ippodromo delle Capannelle3 col motto Anche gli asini si sono svegliati!
– il partito degli ecologisti che suggeriva di far correre gli uccelli al posto degli asini col motto Meglio la cacca di mille uccelli che quella di un asino!
– il partito di quelli che se fregavano col motto Nik-Niko! Sei bello come un fiko!

L’ingresso sulla scena politica di questi nuovi partiti sconvolse la vita politica della città, ma ormai il dado era tratto ed occorreva stare al gioco. Mai s’era vista a Roma tanta eccitazione come in quei giorni. Si organizzavano comizi, cortei, dibattiti televisivi, tavole rotonde, incontri di mediazione, confronti di opinioni, scontri democratici. Persino in Vaticano4 erano preoccupati: temevano che la gente per recarsi al Circo Massimo avrebbe disertato piazza San Pietro5 per il discorso e la benedizione di rito del Papa.

Per via diplomatica fu inviata una benevola supplica all’assessore Nik-Nik per ricordargli che le gare fra quadrupedi erano vietate da un trattato internazionale, ma tutte le richieste caddero nel vuoto. Allora anche il vaticano si gettò nella mischia ed apertamente aderì al partito che per motto aveva Nik-Niko! Sei bello come un fiko!

Il giorno tanto atteso il Circo Massimo fu sommerso dalle persone festanti. Si facevano notare i bambini che sventolavano bandierine e le varie fazioni politiche che intonavano i loro inni. Sul palco delle massime autorità Nik-Nik con voce commossa, visto il grandioso successo, diede il saluto dell’Amministrazione comunale ai concorrenti e al pubblico. Quindi la gara ebbe inizio con la folla che tifava animosamente per i suoi beniamini.

Come qualche cittadino più assennato aveva previsto, i cavalli iniziarono a vincere tutte le gare e il pubblico che tifava per gli asini ci rimase male. Ma ecco profilarsi il colpo di scena, a un certo punto i cavalli, sebbene arrivassero primi al traguardo, venivano puntualmente squalificati dalla giuria che così assegnava la vittoria solo agli asini. Un cavallo fu squalificato perché si sospettava fosse raccomandato; un altro perché era partito in ritardo al segnale dello starter; un altro, ancora, fu retrocesso al secondo posto a maggioranza, sebbene tutti lo avessero visto giungere primo al traguardo…

Per dibattere su quest’insolito fatto e per far comprendere alla gente le motivazioni della giuria, la sera stessa fu organizzata una tavola rotonda (ripresa dalla televisione di stato che la replicò per un mese) cui furono invitati i rappresentanti sindacali degli asini e dei cavalli, i segretari dei partiti più rappresentativi e le persone più autorevoli della città. La discussione fu interessante e qualificata e gli interventi degli oratori molto appassionati. Ci fu chi disse che, essendo asini e cavalli entrambi quadrupedi, fosse stato giusto premiare gli asini anche per sfatare il detto popolare: sei lento come un asino.!; chi dissertò con molta scienza sull’effetto traumatico che l’umiliazione della sconfitta poteva produrre nella psiche degli asini; chi dichiarò che per motivi di principio sarebbe stato sempre dalla parte degli asini; chi infine, vantò una innata antipatia per i cavalli. Si sentì, insomma, di questo e di quello.

Terminata la tavola rotonda si verificò un altro fenomeno che nemmeno gli asini avevano previsto. Appena la gente si rese conto che la sfida degli asini non era stata velleitaria pensò di fare cose altrettanto memorabili, anche perché nessuno riteneva di essere da meno di un asino. E fu così che gli autisti non vollero più guidare i bus perché ritenevano giovasse alla salute degli utenti camminare a piedi; i burocrati si chiusero negli uffici per evitare fastidi al pubblico in cerca di notizie su pratiche da anni inevase; i bidelli non pulirono più le scuole perché questo lavoro non era ritenuto per nulla gratificante; i professori, stufi di far lezione ad alunni che non li ascoltavano, abbandonarono in massa le cattedre e si fecero assumere come giardinieri comunali; gli studenti non studiarono più perché erano lo stesso promossi dai giardinieri che avevano occupato i posti lasciati liberi dai professori. Gli unici che rimasero imperterriti al loro posto furono i preti che profittarono del caos per confondere maggiormente le idee alla gente. A questo punto le autorità cercarono di porre rimedio alla bailamme7, ma non erano ascoltate da nessuno.

Questa baraonda continua ancora oggi e nessuno prevede quando finirà, ma ormai la gente ci ha preso gusto e non si sogna più nemmeno di protestare. Solo i cavalli continuano a stupirsi forse perché non avrebbero dovuto accettare la sfida degli asini oppure avrebbero dovuto protestare energicamente quando, sebbene avessero vinto tutte le gare, la giuria li dava puntualmente per sconfitti.

1 – Riunione organizzata per discutere e risolvere problemi importanti.
2 – Il più importante circo dell’antica Roma, poteva contenere sino a 300.000 spettatori.
3 – Noto ippodromo di Roma moderna.
4 – Minuscolo stato, residenza del Papa, capo della Chiesa cattolica.
5 – Grande piazza del Vaticano dove il papa parla ai fedeli convenuti da tutto il mondo.
7 – Confusione enorme.

📖 Cosa pensa A. I. (Artificial Intelligence) del racconto

Il racconto “A Roma accadde che gli asini sfidarono i cavalli” presenta diverse considerazioni sociali. Ecco alcuni punti da analizzare:

  1. La ricerca di riconoscimento e visibilità – Gli asini, stufi dell’anonimato, decidono di sfidare i cavalli per dimostrare di poter essere superiori. Questo può riflettere il desiderio umano di essere riconosciuti e apprezzati, soprattutto quando ci si sente trascurati o sottovalutati.
  2. L’importanza dell’unione e della solidarietà – Gli asini si coalizzano e si uniscono per affrontare la sfida contro i cavalli. Questo evidenzia come l’unità e la collaborazione possano portare a risultati sorprendenti e superare le difficoltà.
  3. L’interesse pubblico e la politica – La notizia della sfida tra asini e cavalli attira l’attenzione dei media e della cittadinanza, che si divise in vari partiti con interessi diversi legati all’evento. Questo può riflettere come la politica spesso si focalizzi su questioni che potrebbero sembrare banali o insignificanti, ma che hanno un impatto sull’opinione pubblica.
  4. Il potere dell’intrattenimento di massa – L’evento attira una grande folla di turisti e curiosi, dimostrando l’attrattiva dello spettacolo e dell’intrattenimento. Ciò può sottolineare come l’intrattenimento di massa possa influenzare l’opinione pubblica e distrarre dalle questioni più importanti.
  5. La manipolazione dell’opinione pubblica – La giuria squalifica i cavalli nonostante arrivino primi al traguardo, assegnando la vittoria agli asini. Questo può rappresentare un esempio di manipolazione dell’opinione pubblica e dell’uso del potere per influenzare i risultati.
  6. L’effetto a cascata delle azioni – Dopo la sfida degli asini, la popolazione decide di intraprendere azioni altrettanto “memorabili” per dimostrare di non essere da meno. Questo crea un caos sociale e un effetto a cascata che coinvolge diverse professioni e settori della società. Questo può indicare come le azioni di un gruppo o di un individuo possano influenzare l’intera comunità.

In generale, il racconto solleva considerazioni sul desiderio di riconoscimento, l’importanza dell’unione, l’influenza dei media e dell’intrattenimento, la manipolazione dell’opinione pubblica e gli effetti delle azioni individuali sulla società nel suo complesso.

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Una risposta a 🐺 Lupus et agnus

  1. Ely Rom scrive:

    Le cose accadono al di là del volere delle persone

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