🕮 Storia dei migliori

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🕮 Estratto da Storia dei migliori a cura di Gianluca Pinto

11.08.2022 – La “Musica Migliorica /

A seguito del Grande Tradimento, i portatori della luce si dispersero dando inizio alla diaspora dei Migliori (Gennaro compreso). Gli evangelisti ‘migliorici’ (da non confondersi con i miglioristi, gli antesignani pagani) si dispersero in vari nuclei, cercando rifugio in lande sicure ma fertili per seminare il verbo. Ogni campo della rappresentanza fu toccato da questo fenomeno affinché la fiamma della verità non si estinguesse mai.

Ciascuno di questi gruppi sosteneva di essere in possesso di una reliquia, una parte della coppa da cui bere la saggezza dell’Àristos: la Sua Agenda. Si sarebbe vista la potenza di questo strumento divino nell’autunno successivo, quando i vari frammenti sarebbero stati ricomposti al fine di riunire i discepoli evangelisti per sconfiggere le orde infernali ed il Male Assoluto, abilmente presentatosi, in tutto il suo orrore, sotto le mentite spoglie del voto popolare.

Naturalmente all’inizio non esisteva ancora una vera e propria liturgia, per cui assistiamo ad opere frammentate o a suite composte a più mani.
Risalgono a questo fecondo periodo numerosi testi originali ed uno sviluppo di composizioni musicali che si potrebbero definire come neo-barocche.
Esempio del gusto dell’epoca è la fondamentale “Suite dell’Eroe”, in quattro movimenti (o danze) inserita perfettamente nella tradizione cortese:

● L’Allemanda del Populismo di M. Da Milano descrive, con lucida sofferenza tramite le sue equilibrate ma dolenti linee monotoniche, la diaspora, il tutto usando con coraggio il caos come strumento guida nella gestione delle relazioni armoniche (ormai prive di funzionalità dai tempi di quel mattacchione di Wagner che aveva creato il caos facendo durare un po’ troppo un blocco armonico).

● La Corrente della Politica Miserabile di M. Giannini, invece, riprende in modo volutamente ossessivo alcuni temi della tradizione aristocratica: questo evitando con timore reverenziale di arricchirli per rispetto a tale tradizione che rischierebbe così di apparire meno pura all’ascolto dei contemporanei, ma semplicemente usando la brillante intuizione della ripetizione, inserendo come elemento chiave di sviluppo il ritornello.

● La Sarabanda dei Partiti Inetti di A. De Angelis, dal canto suo, ripropone un mantra di casta molto in voga nelle corti dell’epoca. Tale forma di rapporto con l’essere’ presuppone una ripetizione, sia dal punto di vista armonico che formale, della stessa cellula musicale composta in questo caso, per esigenza di purezza espressiva, da due note (quindi non di un tema completo, a differenza della tradizionale Forma Sonata dove i temi sono due che si plasmano a vicenda nella fase di sviluppo).

● La Giga della Governabilità di P. Mieli, conclude la suite, con una potenza straordinaria nonostante la gabbia della struttura AB-AC-(…)-A. L’autore riesce ad introdurre degli artifici stilistici affinché sin dalle prime note e dai primi respiri si abbia la possibilità di presagire la grandezza dell’epilogo (anche grazie ad un sapiente uso di uso degli ottoni ed in particolare alla sezione dilatata di tromboni), in cui l’apparente realtà desolata della dimensione della volontà del demos è di fatto una vittoria incontestabile ed evidente della verità del Logos e degli Àristoi.

Con il successivo consolidarsi di una pratica liturgica prima rimasta nascosta e tramandata oralmente sarà proprio nell’autunno che fiorirà in tutta la sua potenza l’insieme delle opere più interessanti che affronteremo in seguito:

● Il Magnificat di M. Molinari,
● La Lacrimosa di M. Merlino,
● Il Te Deum di L. Fontana,
● Il Miserere di P. Sansonetti.

Analizzeremo successivamente anche la Sinfonia dell’Armageddon, il Concerto dello Spread, le Sequentiae dei valori occidentali e la Fantasia sul Cuneo Fiscale (quest’ultima tanto famosa da essere ormai entrata nell’immaginario collettivo).

11.08.2022 – Estratto da “Storia dei migliori” di Gianluca Pinto

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